Avrei senza dubbio dovuto fare lo psicologo. Non solo perché mi sarebbe piaciuto un mestiere di questo tipo, ma anche perché avrei dovuto saperlo che i bambini degli anni ’90, trenta-quarantenni di oggi, sarebbero stati tutti potenziali ottimi clienti. Nevrotici dalla vita incasinata. Lo so bene io, cresciuto in quegli anni.
Continua a leggere “La casa è crollata”Tag: lavoro
Generazione Expat
Francesco non poteva credere a ciò che era appena accaduto. Salì tristemente sull’intercity, rassegnato all’idea di aver sprecato un intero giorno della sua vita. L’aspettavano cinque ore di treno, più mezz’ora di bicicletta dalla stazione a casa, intorno a mezzanotte, salvo probabili ritardi. Da prima dell’alba a notte fonda, questo era stato il suo investimento infruttuoso: dodici ore di viaggio tra andata e ritorno, più quattro passate a correre su e giù per Roma, col pensiero costante di fare tardi.
Continua a leggere “Generazione Expat”Ritratto d’un impiegato
Dietro dura maschera
Dolce sorriso
Della realtà
Solo la malinconia
A lampi traspare
Lettera al capitale
Li raderei al suolo
I tuoi palazzi vuoti
Dove sconto la colpa d’Adamo
Coi miei anni migliori
Condotto in catene di carta
Come bestia sacrificata
All’altare del progresso
Sul fuoco del consumo
Chiamano vita questa prigione
Dalle marce fondamenta
Ferie la nostra ora d’aria
Tra malinconiche mura
Li raderei al suolo
Se solo bastasse
A non essere più schiavi
A diventare uomini
Gente di mare
Camminavo lentamente nella sala, soffermandomi a guardare con attenzione le foto in bianco e nero appese sui pannelli espositivi. Nella mia mente navigavano ricordi dei racconti marinari di mio nonno. Continua a leggere “Gente di mare”
Storia di un impiegato
Narrami, o dea del probabile,
Dell’eroico albero della plastica
che tutti nutre, che tutto crea.
Cantami del suo cuore di pistoni,
Delle radici che reggono il mondo.
Mostrami le catene d’oro
Che ornano infine i nostri polsi
E il collare che ci guida sulla retta via.
Ah! Quanti contanti, quante meraviglie!
Costruimmo imperi d’uffici su inutili fiori
E fabbriche e banche e negozi
Su merci senza mercato, senza valore.
Da fiumi e nuvole e rondini e amore,
Oh albero sacro tu ci hai liberato!
Spegni, ti prego, la fiamma dispettosa
Che talvolta ci distrae dal lavoro
Per indicarci un cielo vuoto e un mare folle.
Proteggici stretti nelle tue operose radici,
Non abbandonarci in balia della vita!
POESIA VINCITRICE DEL PRIMO PREMIO AL CONCORSO SCRITTURE DA STRADA – III ED. 2018
Da questa poesia è nata una collaborazione con l’illustratore Federico Bria, pubblicata su AA.VV., Street Book Magazine n. 9-2018. Illustrazione di Federico Bria. (Leggi gratis qui la versione online, scarica gratis qui il pdf).
